martedì 22 maggio 2012

Quando la Lega si allea col Barbarossa!

Saliamo a bordo della macchina del tempo e facciamo un salto indietro di quasi mille anni. Siamo nel 1167, in pieno medioevo. Ci troviamo nel nord Italia in un piccolo Comune chiamato Pontida, vi dice niente? Qua, davanti alla vecchia abbazia i rappresentanti del Comuni Lombardi stanno firmando un giuramento con il quale si sancisce la nascita della Lega Lombarda. Questa prende vita per combattere il Sacro Romano Impero guidato dal Barbarossa e lo sconfigge nella battaglia di Legnano nel maggio del 1176. Una vittoria storica ed epica dalla grande importanza, tant'è che nell'inno di Mameli viene citata questa pagina di storia.
Ma torniamo a noi e ai nostri giorni. Il 22 novembre 1989 a Bergamo viene sottoscritto l'atto costitutivo della Lega Nord, il movimento federalista guidato dal carismatico Umberto Bossi. Il cavallo di battaglia e l'ideale comune? La secessione della Padania e la lotta a Roma ladrona. Ogni giugno il popolo padano si ritrova a Pontida, culla della Lega Lombarda, per celebrare l'anniversario di quel celebre e glorioso giuramento.
Quest'anno, però, la tradizione non verrà confermata e il raduno in terra bergamasca è stato rinviato a data da destinarsi. Ma perché? Proviamo a capire cosa ha portato ad una decisione che lascia dietro di sé ipotesi fantasiose e inquietanti nello stesso tempo.

Ma partiamo con quella che è la versione ufficiale: il grande ritrovo dei popoli padani sul sacro suolo di Pontida è rinviato a causa dei congressi imminenti. Giustificazione che, se presa in un contesto normale, regge da sola. Se e sempre se ripeto io. Fatto sta che questa decisione è arrivata in un momento difficile, il più nero per il Carroccio, con il suo "lider maximo" indagato per truffa ai danni dello stato, anche se quest'accusa non varrebbe nulla dato che il Senatur ha passaporto Padano. Se nel 1176 Albetro da Giussano fu il simbolo e l'eroe di Legnano, Umberto Bossi ha deluso e tradito finendo a braccetto con l'imperatore Barbarossa, nel nostro caso Roma.

Perché la bufera che è scaturita dall'indagine che ha colpito l'ex tesoriere Belsito e la "the family" ha avuto strascichi enormi a partire dalla credibilità negli elettori. L'esempio è stata la debacle elettorale nelle ultime amministrative. Basti pensare che in sette comuni al ballottaggio nessuna camicia verde ha potuto festeggiare. C'è chi crede e chi credeva, adesso la Lega deve ripartire da zero e come è stato detto dall'ex titolare del Viminale Maroni bisogna fare piazza pulita. Già scacciare i filo-imperiali, tra i quali il sior Bossi e il suo entourage, e ripartire dalla gente, dal basso. Sarà, ma l'idea di Matteo Salvini, maroniano doc, di non presentarsi alle politiche e di correre solo alle amministrative mi piace e molto. Intanto Alberto da Giussano si starà rivoltando nella tomba perché da "padroni a casa nostra" nella repubblica Padana siamo passati a "ladroni a casa nostra".

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