sabato 5 maggio 2012

Delio vs i moralizzatori!

Lo sport è una palestra di vita e come tale se ne va a braccetto con gli anni e con l'evoluzione della società.
Facciamo un semplice ma chiaro esempio. Immaginiamoci di essere a scuola, in una classe elementare del primo novecento. Accanto a noi c'è il bricconcello, il “somaro” della classe che disturba la lezione e prende il giro il maestro. Una, due, tre volte e la pazienza giunge al limite! La goccia che fa traboccare il vaso è la risata, lo schiamazzo odioso del furfantello. Il maestro si allontana dalla lavagna e con la sua terribile bacchetta colpisce le mani del giovani alunno che, capita la lezione, si chiude nel silenzio e ascolta. Tornato a casa racconta il misfatto ai genitori e anche da loro riceve un bel “scappellotto”.
Portiamo avanti la macchina e arriviamo ai giorni nostri. Invece di essere sui banchi di scuola entriamo sull'emozionante e storico prato dell'”Artemio Franchi” di Firenze. In una gara delicata la Fiorentina si trova sotto di due gol con la cenerentola Novara. Al 32' del primo tempo il tecnico viola Delio Rossi decide di richiamare in panchina il serbo Ljajic che, contrariato per la scelta del suo allenatore, si siede in panchina rivolgendogli qualche parola di troppo e degli applausi dal plateale gusto ironico. Risultato? Semplice. Delio Rossi parte e come un maestro con la bacchetta prende il suo “allievo” e lo colpisce a sberle e pugni, il tutto sotto gli occhi delle telecamere. Una scena non bella per lo sport e per il calcio, che già in passato ci ha regalato momenti di basso livello. I dissidi tra l'allenatore e i giocatori sono all'ordine del giorno. Facciamo qualche passo indietro e pensiamo a quando Sir Alex Ferguson scagliò uno scarpino all'allora capitano dei Red Devils David Beckam. Oppure a Marcello Lippi che nell'intervallo di un Atalanta-Juve sollevo da terrà un tale di nome Christian Vieri; e che dire del lancio di vassoio di Capello, infastidito da un giocatore britannico colto con le mani nel sacco mentre scriveva un sms durante un pranzo del ritiro inglese? Tutto questo, però, è successo a telecamere spente al contrario del povero Delio, rivelatosi un gran pugile di fronte al mondo intero. Una reazione sconsiderata e deplorevole che ha scatenato i commenti di tutti. “Bisogna radiarlo”, “io una cosa così non la farei mai, ma che esempio da?”. In tutti i programmi sportivi si sono sprecati commenti e giudizi negativi trasformando in un mostro il malcapitato Delio, allenatore esperto e stimato nel mondo del pallone. Adesso ditemi chi non avrebbe reagito di fronte ad un ragazzino che ti insulta per una scelta? Personalmente trovo il gesto dell'allenatore riminese più che umano. La Fiorentina si trova in una situazione critica e la lotta per la salvezza ha reso lo spogliatoio del Franchi molto teso e agitato. Il tutto si va a sommare al clima ansioso della partita e ad una forte mancanza di rispetto. Già, perchè Ljajic ha mostrato tutto tranne che essere un ragazzo rispettoso. Con questo non voglio giustificare Rossi, ma bensì criticare il falso perbenismo e il moralismo che straborda da tutte le parti in queste occasioni. Si è permesso di aprir bocca pure Fabrizio Castori che, nel lontano 20 giugno 2004 si rese protagonista di una maxi rissa nella finale play-off che vide il suo Cesena superare il Lumezzane, conquistando la promozone in B. Quest'uomo che tutt'ora può ancora allenare si scagliò contro il valgobbino Strada e, dopo averlo steso a terra lo calpestò ripetutamente. “Capisco Rossi, ma l'episodio è da condannare”, dice Castori.
Come sempre tante buone parole ma di esempi sempre pochi; intanto mentre noi siamo qua a parlare il povero Delio si trova senza un lavoro, con una squalifica di tre mesi e una possibile denuncia penale da parte della famiglia Ljajic. Della serie i tempi cambiano...

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