venerdì 1 giugno 2012

Studio Aperto non è poi così male...



L'informazione, al giorno d'oggi, riveste una parte importante del web. I mass-media investono molte risorse nei loro mezzi, siano essi "tradizionali" (carta), moderni (televisione) o contemporanei (internet). 

Gli elementi che distinguono un certo giornale (o telegiornale) dall'altro sono l'ordine delle notizie e la gestione dello spazio (o del tempo). Un esempio riguardante il cartaceo: la differenza tra Il Sole 24 Ore e Il Fatto Quotidiano è palese e si nota già dalla prima pagina. Anche scendendo nel dettaglio e leggendo due articoli (uno per ogni giornale) sullo stesso argomento, si nota sia la differente attenzione rivolta a certi aspetti, sia il modo di pensare di coloro che hanno scritto gli articoli. Questo serve a dire che il format (inteso appunto come gestione dello spazio/tempo dedicato ai singoli articoli/servizi) è decisivo sulla valutazione data dal lettore/telespettatore/internauta. 

Si consideri ora il fatto che la tradizione giornalistica (almeno in Italia) ha radici storiche ben affermate e, quindi, la metodologia per "adattare" l'informazione alla carta è stata certamente ottimizzata (o, almeno, qualche "addetto ai lavori" si sarà pur fatto una domanda in tutto questo tempo). 
Prescindendo dalla simpatia verso alcuni giornali piuttosto che verso altri, i giornalisti "di carta" sanno il fatto proprio e anche le redazioni sono ben strutturate, imprimendo il loro personale orientamento al giornale. In tal senso, è fondamentale un corretto uso delle parole. La comunicazione tramite carta, infatti, avviene proprio tramite le parole e un uso improprio (o un abuso) della lingua italiana può portare a differenze interpretative non trascurabili. Se poi si devono dare dei numeri, si ricorre spesso ai grafici, i quali semplificano e accelerano la lettura del fenomeno in considerazione. 

Passiamo ora ai telegiornali. Il potenziale delle immagini è immenso e la portata dello strumento (cioè la televisione) è talmente ampia da influenzare in maniera decisiva una buona fetta dell'opinione pubblica. Come giustamente diceva lo zio Ben, "da un grande potere derivano grandi responsabilità" e, onestamente, sembra che SpiderMan non stia sfruttando adeguatamente il proprio polso. Almeno non nell'ottica di fare il bene del telespettatore ignorante che intende informarsi. Il punto non risiede nei giornalisti televisivi. Piuttosto, bisognerebbe cambiare qualcosa proprio a livello di format. Data l'apparecchiatura tecnica di un qualsiasi televisore (cioè, in sostanza, schermo e altoparlanti), ciò che i TG non sfruttano sono proprio le immagini. Sulla carta, le parole sono fondamentali; sullo schermo, invece, cos'è fondamentale? Alla luce di quanto detto, qual è la differenza tra un telegiornale e un giornale radio? Insomma, la grafica ha potenziali molto maggiori rispetto al sonoro: disegni e immagini penetrano nei cervelli molto più facilmente rispetto al suono. 

Tuttavia, quanto detto finora poco ha a che fare con il titolo. Piuttosto, i concetti di cui sopra servono a rafforzare l'opinione di questo articolo. Il lavoro di giornalista consiste (o, almeno, dovrebbe consistere) nell'informare la popolazione. Quindi, anche solo a livello di definizioni nel vocabolario della lingua italiana, c'è differenza tra un giornalista e un cronista: il cronista è, infatti, una particolare tipologia di giornalista, la quale informa sui fatti di cronaca. 

Ebbene, i giornali e, soprattutto, i telegiornali sono strapieni di cronisti e ben pochi sono i giornalisti di diverso stampo. Pochi sono i servizi indirizzati ad informare il telespettatore riguardo preesistenti aspetti della realtà. Pare che l'unica cosa che faccia notizia sia la famosa "ultim'ora" o "breaking news", che dir si voglia. Spettacolare (nel vero senso della parola) l'esempio dato dai telegiornali prima dei terremoti in Emilia Romagna: era ormai all'ordine del giorno il "servizietto" sui suicidi causati dalla crisi economica. Ora, portando comunque rispetto per coloro che si sono suicidati e per i loro familiari, tali ripetuti servizi hanno creato l'impressione che i suicidi per motivi economici fossero vertiginosamente aumentati negli ultimi tempi. I giornalisti, inoltre, non hanno portato nemmeno uno straccio di numero che rafforzasse (o smentisse) il messaggio recepito dalla collettività. Insomma, questi cronisti "da Studio Aperto" (peccato che fossero su TUTTI i TG) hanno creato spazio per potenziali panici e per maggiori allarmismi, distorcendo l'effettiva realtà. 

Sono pochi i "veri" giornalisti, cioè coloro che, magari dopo una ricerca approfondita, presentano (con opportune argomentazioni) una certa realtà ai propri lettori/telespettatori, il tutto con l'aiuto delle potenzialità del mezzo usato. O, forse, le ricerche le fanno, senza però presentarle al pubblico (e ciò sarebbe molto più crudele). 

L'unica (pretestuosa) obiezione che riesco a concepire è che certe realtà sono tenute nascoste per motivazioni di ordine "politico", nel senso che magari si rischia di ledere l'immagine di qualcuno di importante. Peccato che proprio questa sarebbe la vera notizia da prima pagina. I lettori/telespettatori aspettano impazienti questo tipo di notizie, dato che la denuncia del "marcio" non passa mai di moda. Forse si contribuirebbe anche a rendere migliore questo Paese. 

Insomma, tanti cronisti, pochi "veri" giornalisti, pochi "veri" reporter. E le potenzialità dei mezzi d'informazione (carta a parte) decisamente sottovalutate e poco sfruttate. 

3 commenti:

  1. Andrea, sei il mio "giornalista" preferito ) nel senso che condivido abbastanza quello che pensi e scrivi. "non hanno portato nemmeno uno straccio di numero che rafforzasse (o smentisse) il messaggio recepito dalla collettività" - giustissimo. I numeri e le statistiche sono importantissimi, senno si può manovrare a piacimento l'opinione pubblica, chissà per quali motivi poi. I suicidi per motivi economici sono sempre esistiti e in percentuale più o meno uguale. Poi c'è da dire che Italia accanto a Grecia, sono i paesi EU con minor indice di rischio suicidario. Paradossale no? :)

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  2. Paradossale sì! Sarebbe però curioso sentire qualche opinione contraria, al fine di capire le argomentazioni. Dopotutto, la mia è solo un'opinione...

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  3. se vuoi l'opinione contraria, con tanto di argomentazioni, basta chiamare in causa Medici ))

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