martedì 19 giugno 2012

La musica e i suoi effetti collaterali

Al giorno d'oggi, ognuno di noi ascolta musica. Tutti possediamo un aggeggio che riproduce musica (sotto qualsiasi forma, prevalentemente in formato MP3). Singole note si concatenano formando melodie. Singole melodie si fondono e offrono sollazzo quotidiano per i nostri timpani.

C'è chi ascolta il rock, chi invece preferisce la musica elettronica, chi non si stacca dalla "musica del momento" (tsk). C'è chi non è in grado di ascoltare la stessa canzone per più di due volte e chi invece preferisce un loop infinito delle stessa traccia.

Poi capita di utilizzare intensivamente YouTube per scovare qualcosa di nuovo, per poi valutare l'acquisto... 
Poi capita di perdere interi pomeriggi su quel sito, per finire con l'accorgersi di una cosa particolare: le top 10 della settimana. 


Pur premettendo che i miei gusti musicali non possono far altro che disprezzare violentemente gli esempi che riporto/evidenzio, ciò non influisce sul senso di quanto scritto qui. 

Si sta perdendo di vista il significato della musica. 
(scusate il gioco di parole)

Pare che la musica stia diventando solo una macchina da soldi, senza davvero perseguire il fine di allietare i nostri impianti uditivi. Prescindendo dal genere (de gustibus non disputandum est) la scelta della musica da ascoltare si basa sempre di più sull'appartenenza ad un gruppo sociale (vedasi gente "normale", metallari, rappettari/gente di strada, fighetti, nerd, comunisti, ecc.) e non su ciò che effettivamente ispira la parte destra del nostro cervello (quella meno razionale). 

Esempio per chiarire: ascoltate questo video, ma subito dopo aver cliccato sul video, chiudete gli occhi e spalancate i padiglioni auricolari. Provate ad disegnare, con la mente, qualcosa (un paesaggio, una situazione, un vostro film immaginario) che ben si accompagni con questa musica. 


Tornando a noi, da questo "andazzo" risultano danneggiate più parti: in primis, i veri artisti, cioè coloro che si dedicano alla musica come se si trattasse di un particolare mezzo di comunicazione; in secondo luogo, chi quella comunicazione la vorrebbe ricevere, cioè gli ascoltatori dall'orecchio sopraffino; ultimi (ma non di minore importanza), i miei timpani. 

Questa non è una lezione su come debba essere la musica, bensì si tratta di un parere sui criteri di scelta della musica da ascoltare. 

Metaforicamente, tutti vogliono mangiare al McDonald's quando, con lo stesso prezzo, si ha l'opportunità di nutrirsi sontuosamente al ristorante. 

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