venerdì 1 giugno 2012

I giovani e la politica: convivenza difficile


Ultimamente sentiamo tanto parlare di crisi dei partiti e della politica.La casta si è seduta sulle poltrone e dal ricco salotto diMontecitorio e Palazzo Madama non si vuole proprio alzare, dellaserie "il posto mio e me lo tengo". Ma tra i tanti problemi che oggi colpiscono tutto il sistema politico del paese c'è, è unamia opinione e mi prendo tutte le responsabilità di ciò che dico,uno scarso interesse da parte dei giovani. Una piaga sociale daguarire, perché se guardiamo avanti non vedo una classe politica edirigente che sia in grado di prendere in mano le redini dellaRepubblica Italiana. Ma di chi è la colpa?Della politica o deigiovani? 

Siamo schietti e sinceri, la politica non fa nulla per attirare i giovani,ma neanche quest'ultimi fanno molto per avvicinarsi. Facciamo unesempio molto stupido e banale balzando indietro nel tempo. Siamo nel1968 e i movimenti che rivendicano maggior diritti per le masse sidiffondono a macchia d'olio. Le scuole venivano occupate e i"sessantottini" manifestavano e facevano picchetti per farsentire la propria voce. Oggi se vediamo scioperi nelle scuole e perla mancanza di carta igenica o perchè il prezzo dei panini èaumentato di 0,10 euro. Imbarazzante, terribilmente imbarazzante. Questa cosa mi fa paura visto che tra qualche anno il ricambiogenerazionale dovrà avvenire e in modo più cheradicale. Disinformazione, scarsointeresse e rigetto nei confronti delle istituzioni sono i piatti che la maggior parte degli adolescenti e giovani mangiaquotidianamente, il tutto seguito da dessert a base di prostituzioneintellettuale e spirituale che lasocietà offre. 

Proviamo a prendere un campione di 100 adolescenti e vediamo quanti sono coloro cherisponderanno "leggo quotidianamente pagine di politica suigiornali". Io sono molto pessimista e temo che arriveremmomalamente a 20 persone. Spero proprio di sbagliarmi perchè, se cosìfosse, solamente il 20 % sarebbe a conoscenza delle dinamiche delnostro paese. Le statistiche Istat sono un esempio lampante: rispetto al 2002 la percentuale degli adolescenti tra i 15 e 17 anni che leggono almeno 1 volta alla settimana un quotidiano è passata dal 50,7 al 36,9. Più chiaro di così! E la scuola? Bhè, a scuola si parla di politca in modoerrato, perchè i professori fanno del loro pensiero una vera epropria ideologia che a mio avviso influenza malamente gli studenti. Altro dramma è l'ignoranza storica.Un buon numero di giovani usa termini quali "COMUNISMO" e"FASCISMO" senza avere la minima idea di cosa vogliano dire. 
Tutto ciò, e forse c'è anchemolto peggio, va ad aggiungersi agli scandali di ruberie e "magnamagna", ai bunga bunga e party vari e agli sprechi immani didenaro pubblico. Risultato? Votare l'antitesi e la contraddizionefatta a persona: Beppe Grillo. Sarà, ma io nel mio piccolo, ho unsogno: vedere giovani discutere tra loro mentre sfogliano i giornali.Che sia destra o sinistra, cattolici o radicali. Io ne sonconvinto, i giovani hanno bisogno di politica e viceversa.


2 commenti:

  1. Secondo me, il disinteresse dei giovanni per la politica è dato anche dalla tardiva maturazione del giovane italiano. Altre cause sono da ricercare nel percorso formativo, che da poco spazio alla politica, a parte i professori che possono dare una spinta invece. Secondo me, in generale non è appropriato pensare, che i professori hanno le proprie ideologie, con le quali possono influenzare malamente gli studenti. Il professore ha un idea, un opinione come qualsiasi cittadino, la espone e magari alimenta un dibattito in classe. Sta poi allo studente, giovane cittadino sviluppare il spirito critico e distinguere le varie "ideologie" (buone o cattive) durante il suo processo di maturazione e formazione. non la politica, non i giovanni, ma il processo di maturazione e formazione, oltre che l'ambiente che frequenta, sono alla base dell'interesse più o meno accentuato per la politica. Poi un'altra parola a favore dei professori, che sono tenuti a tenere un certo comportamento, etico ed imparziale, ed il più delle volte si astengono dal fare considerazioni politiche. Giusto, è normale, e se qualche volta ti da qualche dritta, e solo per far riflettere, e sta alla fantasia del giovane cercare risposte tramite il dibattito o altri fonti (giornali, internet)

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  2. Nicolai S. Condivido e ti appoggio pienamente quando si parla di percorso di formazione e maturazione del giovane ( in questo caso inteso dai 15 a 25 anni). Sul discorso dell'imparzialità dei professori mi trovi totalmente in disaccordo. Nelle scuole viene fatta una campagna elettorale e propagandistica seria e non da poco. Basti pensare all'antiBerlusconismo acuto che si diffondeva a vista d'occhio in tutte le aule.

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